In tutto questo parlare di “sexual harassment”, molestie fisiche e psicologiche, cosa possiamo fare noi come genitori per mettere fine a tutto questo? Qual è la ricetta per crescere le nostre figlie come donne indipendenti e forti? Cosa possiamo fare? Cosa possiamo insegnare loro?
E’ anche vero che nel nostro range di età non abbiamo più bambine da crescere, ma il nostro pensiero e la nostra esperienza possono essere rilevanti, come mentori, amiche, e mamme per tutta la vita.
Anzitutto partirei dal “Non imparare” da quello che è stato insegnato a noi. E questo già sarebbe un buon inizio! Almeno nel mio caso.
Oggi le nostre figlie hanno sicuramente molte più opportunità e occasioni di quelle che sono state date a noi. Quindi ci sono più situazioni che permettono loro maggiore sicurezza e anche maggiori rischi.
La mia generazione è cresciuta senza la cultura della propria autorevolezza e forza, la molestia era un’esperienza nel percorso della nostra vita, che ogni donna ha provato e rielaborato come poteva. Contro di ess difficilmente eravamo preparate a combattere e questo ha poi segnato le nostre relazioni successive con il mondo maschile.
Come dicono gli psicologi, la figura del padre è determinante nella mente delle figlie femmine per creare la base delle relazioni future. Nel mio caso la figura del padre è stata assente ed indifferente ed io come seconda figlia ero sempre a rincorrere le magnificenze scolastiche della mia scintillante sorella maggiore. Non c’era alcuna relazione attiva e positiva tra “padre e figlie” e tutto era delegato alla madre. Tutto è stato molto formale, di facciata, molto poco affettivo e spontaneo. Non c’era coscienza dei problemi dell’adolescenza, non se ne parlava. E noi siamo cresciute “arrangiandoci” tra noi sorelle e amiche , scambiandoci esperienze e reazioni.
Una volta diventata mamma, molti scenari si sono riproposti, molte scelte sono state fatte. Nel mio caso esattamente opposte a quelle fatte dai miei genitori. Ho avuto una figlia ed oggi la più grande serenità mi viene dal vederla sicura delle sue scelte, che sta realizzando i suoi sogni e scegliendo le sue relazioni con sempre maggiore consapevolezza.
Ho deciso di divorziare da un marito, che non era fatto per me, di affrontare la mia vita da mamma single, non desideravo che mia figlia provasse tutte le sofferenze che avevo vissuto io. Forse ne ha provate delle altre, ma non è mai stata sola e ha sempre una “mamma- rifugio” per ogni pensiero, problema, paura che abbia da affrontare.
Da molti anni lavoro come libera professionista e molte volte mi rapporto con il mondo maschile, imprenditoriale e italiano. E naturalmente la molestia è stata presente, diretta o indiretta, una professionista donna, in Italia doveva avere un “mentore” maschile, padre, marito, compagno o altro per poter dimostrare il proprio valore professionale. Il merito, nella mia generazione, ha sempre richiesto altri “ingredienti”, purtroppo. Il dire “NO” ha avuto costi alti a volte.
Mia figlia ha vissuto, con me, il quotidiano in salita, a volte frustrante, a volte di soddisfazione, ma sempre molto complesso. Forse è stato il mio esempio a fare di lei quello che è oggi, la mia scelta di non nasconderle niente, di farla vivere nella verità, a volte anche dura, di tutte le nostre giornate.
La mia decisione come genitore è stata quella di creare in mia figlia una mentalità indipendente e forte, a prescindere dal suo rapporto con il mondo maschile, per il quale io non sono stata un grande esempio. Io ho un’eredità di vuoto nella mia esperienza , non ho avuto figure di riferimento. In questo senso mia figlia Vittoria ha creato le sue relazioni e ha ricreato quella con suo padre, che più volte si è sgretolata ma che oggi esiste e che io ho cercato di non ostacolare. Oggi però vedo in lei una donna sicura delle sue scelte, che si fa strada nella vita con un sorriso, che non si scoraggia per le difficoltà. A volte penso che, in verità, il mio merito sia stato veramente poco, perchè lei diventasse la meraviglia che è.
Lei affronta il mondo maschile in modo assolutamente paritetico, ha grinta in abbondanza, che le permette di adeguarsi alle situazioni e di pretendere correttamente quello che ritiene di essersi meritata. WOW che successo!
Ho sempre pensato molto a crescere la sua mente in modo da far sì che avesse un pensiero indipendente e autorevole, per se stessa e nei confronti degli altri. Questa sua indipendenza, che a me è così mancata, è uno degli elementi che le permetterà di scegliere il compagno per la sua vita, di essere disincantata nella valutazione dei pregi e dei difetti delle persone delle quali si innamorerà. Elemento che a me è mancato davvero moltissimo. Nella nostra generazione, chi trovata davvero l’amore era fortunata, molto più spesso e nel mio caso – l’amore era essere scelta, si viveva di luce riflessa. Ma il giorno in cui ci si svegliava dall’incanto , la vita con tutta la sua durezza era lì ad aspettarci, senza sconti, anzi. Molte hanno avuto una seconda occasione, migliore…. spero di si. Io ho scelto di non averla, non sono capace di maneggiare gli uomini, o me stessa.
Una cosa che di sicuro non ho passato a mia figlia è stata l’accondiscenza, l’accettazione nei confronti di un mondo maschile, che male accetta le critiche e questo le darà sicuramente qualche difficoltà nelle relazioni della sua vita. Ma di sicuro sa che valore hanno la libertà e l’indipendenza e sa scegliere quando dire di no. Che è davvero la cosa più difficile per noi donne, mamme o figlie che siamo.